Queste le parole di una mamma. Suo figlio, un ragazzo con disabilità cognitive, ha da poco concluso tre settimane di campus estivo. Insieme a lui, altri ragazzi hanno preso parte alle attività pensate appositamente per loro, con il sostegno di educatori specializzati. Esperienze ricche e soddisfacenti, dove si cerca soprattutto di insegnare che è possibile trasformare il limite in abilità e l' isolamento in inclusione. Tutto questo anche con lo scopo di dare un po’ di sollievo alle famiglie, che spesso non trovano servizi adeguati alle esigenze di questi ragazzi.
La Fondazione Guido e Angela Folonari ha garantito (con un totale di circa 23.000 euro) che questa esperienza potesse trasformarsi in realtà per circa 40 ragazzi con forme diverse di disabilità. I progetti per l’estate sono stati sviluppati da 4 enti che a Brescia si occupano di handicap e disabilità: Fo.Bap Onlus appunto, poi Cooperativa Nikolajewka, ASD Bresciana Nonsolo Sport e Fondazione Museke.
Il Campus estivo "Villa dalla Rosa", progetto pilota di Fobap Onlus a Toscolano Maderno, è solo uno dei tanti progetti che si sono concretizzati: 4 ragazzi di 13 e 17 anni con disabilità cognitiva, tre settimane dalle 9 di mattina alle 4 del pomeriggio, alcune parole chiave fondamentali: conoscenza, integrazione, abilità, amicizia, divertimento e inclusione.
Le attività proposte sono state tantissime: visite ai musei, biblioteche e castelli, incontri con gli animali (ad Equipark di Salò, al parco delle Cornelle di Bergamo e alla fattoria didattica Le Caselle), gite in traghetto al lago, pomeriggi in spiaggia e molto altro ancora. Tre settimane intensissime e molto ricche di esperienze sempre diverse, cercando di favorire l'integrazione (tra loro, poichè i ragazzi inizialmente non si conoscevano, con gli educatori e con tutte le realtà del territorio).
In modo particolare le giornate del mercoledì, trascorse presso il Grest di Gavardo, sono state molto significative per questi ragazzi, che, prima timidamente, poi con sempre più decisione, hanno interagito nei giochi con i coetanei e nei momenti di condivisione (pranzo, preghiera in gruppo svolta con 180 ragazzi) hanno sperimentato la vera inclusione sociale.
La soddisfazione per la buona riuscita del progetto si trova, ancora una volta, nelle parole che una mamma "oltre te, vorrei ringraziare tutti i tuoi colleghi che si sono alternati in queste tre settimane che si sono resi disponibili e attenti ad ogni bisogno dei nostri ragazzi; la vostra professionalità è stata vincente e penso che i ragazzi ve lo abbiano dimostrato. Io, come genitore, vi ringrazio di cuore e mi auguro che questa esperienza si possa ripetere anche il prossimo anno”.